venerdì 24 ottobre 2025

Eutanasia

Ci sono momenti in un rapporto fra congiunti in cui si desidera vagamente, e nel mio caso unilateralmente, sembrerebbe, un figlio. Non è strano che non ne abbia voluti con me (finché eravamo ancora insieme), perché io non sono in grado nemmeno di badare a me stessa o essere indipendente e autosufficiente in tutto, (figuriamoci quindi di assistere un bambino) come invece, e da prima che ci separassimo, aveva già iniziato a fare lui prendendo le distanze da me in un modo repentino e lampante come una cinghiata sul muso. 

Tanto per cominciare non mi permette più di preparargli i pranzi di lavoro (lui resta a lavoro pausa pranzo sia per risparmiare benzina che, a mio avviso, per tenersi più lontano da me), si prepara da solo qualcosa di semplice e si arrangia così. La distanza lo tranquillizza. Non c'è più un bacio da parte sua. 

Non c'era prova d'amore più soddisfacente di quando mi scaldava le mani congelate. Stamattina faceva troppo freddo per lui. Tutto ok. Stamattina dopo solita notte in bianco vagamente solo una nube di tristezza. 

"Ho ricordato cosa mi hai detto"
"Cosa?"
"Che ti eri innamorata di un altro uomo"
"Ho solo visto il Mostro nei tratti facciali di un ragazzo di montagna, che contrariamente al Mostro non era scemo, né cazzone, né drogato, né narcisista maligno, ma sensibile e intelligente."

E per provocare, come provocano i bambini, gliel'ho accennato per telefono: mi sono infatuata. 
E più ripenso ai dettagli del Monte e di quello che è avvenuto più mi viene da vomitare.

Alla psicologa dicevo che i primi tempi che eravamo insieme credevo - letteralmente. Concretamente - che X fosse un alieno. Cercavo, le dissi, sul suo corpo segni somatici di alienità.
La psicologa ride. "E li hai trovati, poi?"
Io rido: "Mi sono svegliata una notte rintontita e ho detto: hai un buco in pancia!"
E giù risate. Risate depresse da parte mia e piene di pietà da parte sua.

"Non comprendo perché si sforzi di... far funzionare le cose fra noi, salvare il nostro rapporto".

Perché è solo lui che soffre. E questo è comprensibile che lo pensi. "Che sciagura" disse, "ritrovarsi in questa situazione con una come te".

Mi provoca col cibo. Ho altri mezzi per ingozzarmi che toccare la sua roba. Negli ultimi tempi la trachea fa male perché ho mangiato di più sviando i suoi tranelli. E poi si va sempre a svuotarsi. Ma se il volume di cibo nello stomaco non è sufficiente ("volume" non equivale a "calorie") non ci si riesce. Io stamattina non sono riuscita.

(è appena partito quello stronzo di merda liquida di Tiziano Ferro su audify. Ma perché lo trattengo nella memoria del telefono?)

"Vedi che ci sono tanti come me nel mondo. Lo hai visto lì, il mare è pieno di pesci"
"Io voglio te"
"E io non ti voglio".

I sogni di maternità o (derisi da povere stronze) di matrimonio sembrano una barzelletta che ormai si è allontanata nello spazio e nel tempo ineluttabilmente. Fammi ridere con un abito bianco. No, stronza. Mi sposo con la parrucca giallo-rossa da clown e il naso rosso, la tunica da circo. Non mi sposo proprio, stronza di merda. Non so nemmeno perché ci siamo incontrati io e lui se tutto era destinato a non produrre nulla, nessuna guarigione, nessuna crescita interiore. Ma ne sono felice lo stesso, altrimenti sarebbe stato completamente, ma proprio completamente, senza senso il mio essere stata messa al mondo. Fino alla fine dei miei giorni.

Più un rapporto "Bianco" genitore-figlio (reciprocamente) che un rapporto di coppia. I rapporti di coppia si fanno fra un uomo e una donna, io non sono una donna. Non posso definirmi in qualche modo. Che se ne vada. Se ne vada senza lasciare un filo di sangue. Non ci sarà sangue. Se piango "mi si arrugginiscono le guance". E' un equilibrio perfetto. E' una colpa non provare amore? E' una colpa isolare i sentimenti come se fossero solo un errore? E non sentire nulla.

C'è una identità nella mia Famiglia Interna che chiamerò Roberta, come la mia lurida amica d'infanzia, che mi sbraita adesso addosso, dentro di me: "VAI A FARE IL TUO DOVERE, MERDA! MERDA INUTILE!"

Ma c'è ancora da dire.
Ancora da scrivere.

Che se si smette c'è da ammazzarsi forse forse ammazzare una parte di se che non vuole morire. Che come una sanguisuga vuole sopravvivere.

(La musichetta di Psycho suggerita e accolta come suoneria a mamma. Brava figlia. Bella persona. Rispettoso. Complimenti. Si addice più a me, in tutti i modi)
(La sigaretta che fa male ai conigli)
(La spirulina)
(Il caffè che è finito)
(Che non me ne frega un cazzo di nulla, o forse, mi frega tantissimo di tutto ma ho eretto un muro)
(Un muro delle meraviglie fra me e un'identità umana)
(Droghiamoci)
(Estinguiamoci)

Nessun commento:

Posta un commento

Eutanasia

Ci sono momenti in un rapporto fra congiunti in cui si desidera vagamente, e nel mio caso unilateralmente, sembrerebbe, un figlio. Non è str...