mercoledì 17 settembre 2025

"Tu non sei normale" // Tremenda voglia di vivere

Avevo un idiota per compagno di classe al liceo che un giorno, "filosoficamente", si interrogò su Facebook: "Chi definisce la normalità?!". Subito accorsero a rispondere i suoi intellettuali amici, rispondendo, prevedibilmente, "ciò che è comune è normale; ciò che riguarda una minoranza non lo è".

Dunque dovremmo dire che se il marrone è un carattere predominante e il biondo e l'azzurro caratteri recessivi per occhi e capelli, e dunque il marrone come tonalità di iride e di capello è ampiamente più comune, occhi azzurri e capelli biondi non sono "normali"? 

Anche spostando la questione sul un punto di vista sociale: chi, in questo mondo, è davvero normale? Provate a piazzare una telecamera in ogni stanza della casa di una qualunque persona considerata in società "rispettabile e normale", mentre è da sola, e vedrete che - schiettamente parlando - nel 80 per cento del tempo agisce in maniera vergognosa, improponibile in pubblico. La casa è il posto dove puoi fare schifo indisturbato. (Se ci venisse tolto il diritto di fare schifo in privato, non so quanto aumenterebbero i ricoveri in psichiatria.)

Non ho difficoltà a immaginare che quei dotti commentatori diciottenni di allora (come oggi) commettessero in privato una serie di stranezze che se fossero state osservate in pubblico avrebbero di certo costituito motivo di irrisione e isolamento sociale. Quindi ciò che distingue una persona normale da una che non lo è, essenzialmente, è l'autocontrollo. La capacità di reggere la maschera.

"La vita è una festa in maschera e io ho partecipato con la mia vera faccia", si rammaricava Kafka. Lui, che così bene descrisse la sensazione di essere... uno scarafaggio. Perché sapeva cosa significava essere isolati.

Ma in fondo, qual è la differenza fra sentirsi "normali" o "anormali", "giusti" o "sbagliati", "il meglio possibile" o "le vittime assolute"?

Qualunque cesura fra sé e gli altri come individui "diversi" (dire: "Io sono diverso da") sottintende sempre narcisismo, che si tratti di una diversità che autoesalta ("Sono il migliore di tutti") o che autosvilisce ("Sono inferiore agli altri"). Le persone sane infatti si mantengono mediocri, cioè nella media. Vivono vite poco entusiasmanti, forse noiose, perché vivono vite fatte di cose che contano - gli affetti, la pace, l'amicizia, la tranquillità di un libro. Ma sono più felici e meno stressate, ovviamente, di chi (in realtà questo comportamento sarebbe già "normalizzato"...) si fa di droghe o beve come una spugna perché la vita è grama e lui soffre tanto tanto.

La vita è grama per tutti, deal with it. Le persone però si impegnano per rimanere in equilibrio. Perché sanno che se si lasciassero andare, finirebbero nell'androne scuro dei... non-normali. Pertanto verrebbero emarginati. E l'emarginazione, l'essere soli, equivale alla morte, essendo l'uomo un animale sociale.

"Visto da vicino, (però), nessuno è normale". La normalità è un gioco basato sull'ipocrisia. E sulla moderazione. Equilibrio. Serve solo falsità ed equilibrio per andare avanti.

Non ho mai avuto né l'una (sono spontanea da far cascare le braccia) né l'altro (non sono un tipo paziente e calmo). Perciò ci sta che mi considerino in un certo modo e se possono mi scansano.

Fino ad oggi, almeno, questa è stata la narrazione.

Detesto pensare a me stessa come quella scema paciarona che ride per tutto, sorride a tutti e abbraccia tutti, perché le mie ferite non sono meno profonde delle loro che stanno con i musi lunghi, silenziosi e in disparte. So solo occultarle meglio - ma questa finzione, occasionalmente, non è funzionale: trasgredisce la "seconda legge della Normalità", che è l'"equilibrio". Equilibrio significa anche: essere neutri. Stinti. Grigi. Come un brand. Come un lago ghiacciato. 

Più sei stinto e grigio, meno provochi in altri emozioni e reazioni, e meno ti noteranno. Se ti notano, puoi piacere o non piacere. Nella maggior parte dei casi, non piaci e vieni svalutato. Andare in eccesso da una direzione o da un'altra reca questo spiacevole inconveniente. Sei visibile, e quindi giudicabile. Ti metti in mostra, e quindi sei un esibizionista. 

Perciò bisogna assomigliare a robot. Androidi. Involucri privi di emozioni. Perché le emozioni, esternate in un certo modo, sono infantili. Le emozioni troppo forti spaventano

Nel film "Inside out 2" Gioia proferisce una frase: "Forse è questo che succede quando si cresce: si affievolisce la gioia". Ma non è proprio così. Ci sono persone - come me - che sanno tenere viva nel cuore un'inscalfibile gioia. E che - innegabile - per questo vengono disprezzate ed isolate. 

«Guai a sacrificarsi, guai a regalare le cose o se stessi al prossimo.
La gente, prende, prende, e più prende più ti sputa in faccia.»
(O. Fallaci)

Ma, ora che ci penso: chi se ne importa? Chi se ne importa di cosa pensano gli altri, se a me piace stringere le loro mani, ridere alle loro battute, farne di mie, intrufolarmi con entusiasmo nei loro discorsi?

Sono forse pazza? Sono fastidiosa? Non mi importa. Il mio mondo non finisce dove finiscono le mie scarpe. Ciò che mi circonda è parte di me e risuona con me. Spargerò nel mondo la mia "tremenda voglia di vivere" qualunque sia il raccolto che ne trarrò.

Sarò furiosa, d'una gentilezza dolce e stucchevole, dirò una marea di cazzate, commetterò gaffe su gaffe, ma riderò, di tutto, di tutto sempre, sempre tutto mi lascerò alle spalle, perché sono stanca di soffrire. 

Io evito di pensare ai problemi. Non ci voglio pensare - credo di averci pensato abbastanza. Voglio solo il sole, il sole e un sorriso sulle labbra. E dare al mondo che esploro il mio segno, di gioia e di amore incondizionato.

E' presuntuoso, ma io vorrei diventare una persona buona... che non fa del male a nessuno, che non nuoce nessuno, che non ferisce anima viva. E se questo "non è normale" nel mondo la cui regola è il homo homini lupus, sarò felice di essere un'anticonformista. Perché la gioia che provo nel dare è personale. Non è volta a nessun tornaconto. Se non il tornaconto del dare stesso.

Sono felice, davvero felice di essere in questo mondo.
La vita è breve, devo dare amore. Devo sforzarmi di mantenermi sull'equilibrio dell'amore, della gentilezza, della comprensione, della compassione. 

Ho le mani lerce del sangue degli altri.
Chi sa se dio potrà mai perdonarmi?
Io voglio cancellare la macchia del sangue dalle mie mani...

Il mio cuore è un animale, il mio cervello un uomo delle caverne

Ho programmato tre giorni di veglia ininterrotta. So che non è sano. Io però devo fare qualcosa per lavare dalla mia carne il peccato. Qualcosa di meno doloroso delle frustate con le catene. L'assenza di sonno mi sembra una scelta adeguata.

lunedì 15 settembre 2025

La donna cannone

Caro Francesco, oggi il tuo cuore, con la sua unica sensibilitá, è una pietra che ti scagliano addosso, in testa, mentre sei seppellita fino al collo. Oggi la tua musica è uno strumento d'odio. Oggi tu canti non per l'amore ma per la morte, per il suicidio 
Oggi, come 7 anni fa. Sette anni fa come per sempre.
Li conosci tu i tossici? 

martedì 9 settembre 2025

Serio

Altro non ho fatto che cento milioni di diete
cento miliardi di kili persi e acquistati
 
Chiudere la bocca a parole e cibo è questione di vita o di morte, non voglio metterla sul drammatico. In realtà ho momenti di angoscia prepotente mitigati dagli antidepressivi, e ad intermittenza non mi sembra così grave. Basta smettere di essere morbidi con se stessi. Smussare le rotondità - corporee e morali. Poi tutto andrà liscio come l'olio. Non sono amata, certo, come quasi nessuno. La cosa importante non mi sembra quella - essere amate o meno. La cosa importante a me pare non restare soli. Perché da soli si muore. Così devo seguire il mio schema da 300-400 calorie al giorno rigidamente. Man mano che ingrani, è anche facile, è anche bello, senti di lavorare per un qualcosa, di muoverti verso un obiettivo sano. Dopo giorni di tentativi ho compreso di non poter coniugare dimagrimento ad alcool - nemmeno riducendo all'osso il cibo. E così io devo andare avanti senza la causa di - e la soluzione a - tutti i problemi del mondo (cit.). 
"La situazione è grave, ma non è seria"  sembra riassumere la mia vita o almeno il mio approccio alla mia vita. Devo rettificare questa perversione di pensiero. La situazione è anche seria. Sono il tipo che a parte un po' di paura preventiva, si seppellirebbe da sola con il sorriso sulle labbra. Non c'è pagliaccio più triste di chi si odia al punto da non ritenersi degno di esistere come un essere umano decente, in una vita decente, vestendosi di arlecchino e ridendo di tutto, perché non c'è da ridere su nulla ma personalmente solo da piangere.
Non è serio.
Bisogna prenderla con leggerezza.
Non mi sento depressa - ho tutta quella fluoxetina in corpo. Ora prendo il resto delle goccine. Spero di non addormentarmi o mi andrà a monte la giornata. I farmaci non hanno calorie. L'alcool ha calorie. I farmaci fanno stare bene. L'alcool fa stare più male che bene.  

mercoledì 27 agosto 2025

Lutto

Non darsi il minimo tempo di elaborare il lutto - ma il lutto rode dentro, la delusione, la tristezza, mi mangiano il cuore. Ho perso la bussola. Mi sento persa. Non trovo un senso.

mercoledì 20 agosto 2025

Una donna

È un silenzio ineluttabile - mi sento sola perché so di non riuscire ad omologarmi.., finché si è fuori si è soli. La società è un grande atrio in cui sono una persona superflua. Dopo aver capito il trattamento che riceve la vulnerabilità in questo mondo , che per quanto ci sputassi sopra Coelho aveva ragione, lí dove mostri la crepa, affonderanno il coltello, io sento il desiderio di non avere nessuna intenzione. Conosco l'indifferenza. So quanto è spessa la mia corazza. E non ci si puó illudere di quella sporca menzogna, l'amore. Se ho bisogno di una mano, la trovo in fondo al mio braccio. Non ho bisogno di nessun altro se non me. I vostri ebeti criteri su chi puó e chi non può sono veleno che ammazza ogni bellezza. I giudizi li esprime chi non capisce. E penso che sia davvero difficile capirsi. Una carneficina totale, ogni giorno un massacro. Io però sono adatta a lottare. Non adeguata a vivere e a correre sugli stessi binari predefiniti degli altri... Non adatta a camminare sui tacchi ma a correre scalza. La mia vita non ha meno valore e meno legittimità della tua. Provami che ho torto. Io ti provo che ho ragione. Il senso è il posto che troveró essendo me stessa, non obbedendo ai vostri ordini e alle vostre leggi, omologandomi al vostro scialbo modo di concepire la vita, con le vostre mode da pecore e i vostri criteri. O sí? Sí. La strategia per vivere è la lotta. E con quello che so del vostro modo di essere, e quello che ho vissuto sulla mia carne, sono in grado di operare una sintesi di me piú che funzionale ad emergere in questo mondo lurido, insozzato da noi. 

Sono adatta. Ho il diritto.

martedì 22 luglio 2025

Voglio un pensiero superficiale


Stringimi madre, ho molto peccato
Ma la vita è un suicidio, l'amore un rogo
E voglio un pensiero superficiale
Che renda la pelle splendida
 
Senza un finale che faccia male
Coi cuori sporchi, e le mani lavate
A salvarmi, vieni a salvarmi, salvami
Bacia il colpevole
Se dice la verità